sabato 14 giugno 2014

All' Hôtel de Rambouillet...recensione di "Non dirmi che hai paura"



Titolo: NON DIRMI CHE HAI PAURA
Autore: CATOZZELLA GIUSEPPE
Casa editrice: FELTRINELLI, serie "I narratori"
Edizione : I edizione, Gennaio 2014
Prezzo: € 15,00

"Ero arrivata ultima, eppure, ecco l'incredibile, dopo nemmeno dieci minuti sono stata sommersa anch'io dai giornalisti di tutto il mondo. La ragazzina di 17 anni magra come un chiodo che viene da un paese in guerra, senza un campo e senza allenatore, che si batte con tutte le sue forze e arriva ultima. Una storia perfetta per spiriti occidentali, ho capito quel giorno".

Arrivato a queste frasi, ho rialzato la testa dalle pagine e mi sono detto quanto fosse vera questa cosa, questo pensiero derivante dalla nostra condizione di occidentali privilegiati.
Si tende a considerare le storie come quelle di Samia più come delle curiosità, con il rischio addirittura di porle tra le favole.
 Dietro i 200m di Samia a Pechino c'è il dramma di una guerra civile, ma noi occidentali rischiamo solo di vedere la storia curiosa di una ragazzina che gioca a fare l'atleta. Vedere una negretta con abiti demodé che si mette umilmente a confronto con le regine dell'atletica ci fa sorridere, e poi magari inumidire un po' gli occhi per la compassione. Poverina, ci verrebbe da dire. Ma Samia, è una guerriera, e prima di tutto una donna come tutte le altre, non ha bisogno di compassione, un aiuto, quello magari sì. La compassione dovrebbe essere riservata a chi non può più avere nient' altro.
Leggendo questo libro, ho sperato fino all'ultimo che la storia potesse essere riscritta, pur sapendolo impossibile. Credo che anche l'autore, e chi leggerà o ha letto il libro capirà perché, abbia provato questo sentimento. La storia del reale non può cambiare, Samia muore nel libro come è morta annegata  il 2 aprile 2012 nel Mar Mediterraneo in cerca di un aiuto e di una nuova terra
Il libro, secondo me, ben scritto da Giuseppe Catozzella, ripercorre in prima persona la vita di Samia dalla sua infanzia fino alla sua precoce scomparsa a 21 anni. I racconti di corsa si incrociano inevitabilmente con le storie di guerra e di odio tra le persone. Riuscire a fare ciò che rende felici, ciò che dovrebbe essere normale, diventa per Samia uno strumento per cercare un riscatto per le donne musulmane oppresse dall'islamismo estremista. Cercare un flash di una fotocamera, non per compassione, ma per ammirazione, diventa un modo per illuminare una intera popolazione, costretta a nascondersi nell'ombra delle case o sotto un niqab.
Samia, senza paura, ha provato a realizzare questo obiettivo con tutta se stessa, rinunciando anche al suo Paese, ma la sorte, la cattiveria e la cecità del mondo l'hanno schiacciata e sconfiggere le proprie paure non è bastato.


"Non dire nai che hai paura, abaayo, perchè se no le cose che desideri non si avverano". 







Nessun commento:

Posta un commento