martedì 8 luglio 2014

1° Trofeo Vivo Nibbiano - 28 Giugno 2014




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percorso





Un anno per ricordare


Muybridge -Locomotion man running, 1887

E' già passato un anno da quando ho iniziato a muovere i miei primi passi su una strada. Già..., non è che in realtà sia passato senza che me ne accorgessi, ma il tempo è sempre più veloce di quando vorremmo tranne quando si corre o più in generale si fa fatica. Questa cosa mi ha sempre affascinato, fermare il tempo è una chimera per l'uomo, portare al massimo il nostro corpo è invece uno dei modi per ingannare il cervello, per fargli percepire 1 minuto come fossero 10. Quando si soffre, il tempo scorre maledettamente lentamente e pare ampliarsi.
 Non so onestamente, se il trovare un tale aspetto positivo nella fatica, tanto da riuscire ad amarla, sia "sano", ma tant'è il mio pensiero. Nell'epoca del fitness, del wellness, delle palestre con i centri benessere, associare allo sport la parola sofferenza apparirà barbaro. Ma non credo sia del tutto così, certo, la sofferenza non è l'unica componente dello sport, ma è una di quelle fondamentali, è quella che ci fa apprezzare la fine di una corsa, di una gara, è quella che più di tutte, in quanto sensazione negativa, fa risaltare quelle positive. La sofferenza, nel gioco degli opposti, svolge un ruolo da regina. A me lo sport piace così, barbaro; mi piacciono le palestre dove i pesi sono ancora di ghisa, mi piace correre come fossi braccato da un leone. Non faccio footing, corro, o almeno ci provo. Non faccio sport per mantenermi in forma, faccio sport per spingere a tutta il mio corpo e la mia mente.
In un anno qualche passetto nel mondo dell'atletica l'ho fatto; ho iniziato a partecipare a qualche gara, mi sono iscritto in una squadra (ho già cambiato una casacca a suon di milioni), sto facendo conoscenze ed amicizie, (il che per un uomo delle foreste come me è tutto dire), ho incominciato ad assaggiare il tartan di una pista. Ecco, la pista è proprio una cosa che mi affascina, ma che al momento sento ancora lontana; devo imparare tanto e migliorare ancora di più, ma sopratutto fare quante più esperienze possibili, cosa che, fortunatamente, negli ultimi tre mesi sto provando a fare. Gli infortuni mi stanno dando tregua e la loro assenza mi sta regalando qualche sorriso e giornate serene.
Ho iniziato a correre per dimenticare, ho finito col correre per amare ciò che sto facendo e per ricordare ed apprezzare ancora di più ciò che ho fatto.
E' una vittoria questa? Sì Elia, questa è una grande vittoria. Un anno fa ero in ginocchio ora mi sono rialzato, la mia vita non è cambiata granché, io sono in gran parte lo stesso, i cambiamenti dell'essere e dei pensieri più radicati richiedono tempo, tuttavia è leggermente cambiata la prospettiva con cui guardo il mondo. Non è stato facile e nemmeno posso dire che una burrasca non riporterà tutto allo status quo ante.

Nel frattempo corriamo