lunedì 21 ottobre 2013

C'E' SEMPRE UNA PRIMA VOLTA





Per quel che concerne la corsa a piedi, il mio battesimo del fuoco è stata la XII Maratonina di Cremona, svoltasi domenica 20 ottobre.
La decisione di parteciparvi è scaturita una settimana prima, incentivata dal fatto che anche Francesco l'avrebbe corsa. Se non altro avrei avuto qualcuno pronto a chiamare i soccorsi.
 L'allenamento di 18km di domenica 13 con Stefanino Albasi, terminato con sguardo catatonico e bava alla bocca, mi convinse che c'erano concrete possibilità di arrivare al traguardo con una prestazione dignitosa. Insomma, mi davano la speranza di confondermi nella massa.
D'altra parte un dolore al soleo...si credo si chiami così, non mi lasciava totalmente tranquillo. Io non mi butto facilmente, ma quando la decisione è presa diventa irrevocabile. Quindi che Cremona sia e sarà fatta la sua volontà.
La mattina è umida ma non fredda. Bene, per un freddoloso come me è manna.
Sì, è vero, sono un neofita, però non sono nuovo a manifestazioni agonistiche affollate.
Quindi le operazioni preliminari del tipo iscrizioni, ritiro pacchi gara, chip, riscaldamento, caffettino, ecc ecc non mi creano la minima apprensione.
E' come ritornare alle gran fondo, solo che sento molta meno tensione, al massimo mi può capitare di ricevere una spallata seguita da scuse. Inoltre il fatto di non essermi posto alcun obiettivo e la scusante di riserva "era la prima" mi danno tanta calma.
Via...si parte in mezzo alla bolgia.
 Aspetta.... supero quel gruppetto sulla sinistra e poi mi metto al mio passo.
No...supero anche quella signora, proprio dietro a quei due ragazzi che per non tamponare devo per forza superare e poi mi metto al mio ritmo; 4:30/4:40 al km.
 Ma sì vah.... passo sul marciapiede per superare quell'altro intasamento.
Insomma, per farla breve, anche se ero consapevole del rischio di lasciarsi prendere dalla foga, non gli resisto e mi ritrovo a correre ad un ritmo "pericoloso" sempre sulla soglia dei 3:50, e la mia promessa di correre insieme a Francesco è diventata già da marinaio.
  Però mi sento bene, trovo un ragazzo con un buon passo e lo seguo, i miei occhi fissi sui suoi piedi. Dopo 7km raggiungiamo i palloncini dei pacers dell'ora e 30.
No Elia, superarli è da ingenui, fai funzionare il cervellino.
Ma l'istinto è tornato all'uomo di Cro-Magnon e dice alle gambe che se non correranno verranno mangiate.
Li supero.
Ma, conservo un barlume di buon senso. Lascio il mio fortuito compagno che ha messo la quarta e mi accoda ad una ragazza con un ritmo, per me, sempre un po' troppo alto, ma non esageratamente.
La gara trascorre veloce. Non riesco a guardarmi troppo attorno, sono molto concentrato. Che bella quella sensazione di estrema concentrazione...
Tra alti e bassi arrivo agli ultimi due km. Qui le mie gambe mi abbandonano...ed hanno ragione. Il mio cuore di ciclista le ha spinte anche troppo oltre, ma a loro la corsa fa ancora male.
Chiudo gli occhi di tanto in tanto, come un mantra mi ripeto...manca meno, manca meno, manca meno. Il fiato è mozzato, perdo il mio gruppetto; esausto e spinto solo dalla forza di volontà arrivo in piazza a Cremona. 1h, 27m, 16 s.
Con la mia medaglia al collo e la coperta termica da astronauta torno alla macchina.
Non mi sentivo così vivo da 4 mesi.

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