venerdì 14 febbraio 2014

Ciao Marco, un bacio


Marco, questa é l'ultima immagine che i miei occhi vedono ogni sera, e la prima ad ogni risveglio.
Sono dieci anni Marco che non ci sei, e sono dieci anni che ho la tua immagine attaccata da parte al mio letto. Ho appeso nella mia stanza tanti poster, ma il tuo è l'unico che sia rimasto.
Mi ricordo le fredde mattine in cui alzarsi era dura, e ancora più duro il pensiero di dover uscire ad allenarsi, allora mi voltavo nel letto, ma voltandomi ti vedevo, vedevo il tuo arrivo al Mont Ventoux, le tue imprese, e alzarsi diventava la logica conseguenza.
Oh Marco, dannazione; mi ricordo come fosse ieri il giorno di Madonna di Campiglio, ero un bambino delle elementari, era un sabato. All'uscita da scuola mi riportarono subito la cattiva notizia. Oh dannata innocenza bambina, mi avevi deluso Marco, per anni non ti ho potuto vedere, ti dipingevano come un demonio.
Poi, però si cresce, si cerca di capire la complessità, non esiste più solo il bianco o il nero; e allora sei rientrato nel mio cuore e nei miei pensieri.
Grazie Marco, sei stato il mio idolo, un uomo che si avvicina a un dio, tu non immagini nemmeno quanto tu mi sia stato di aiuto, di sprone e di esempio.
In bici tu e il mio nonno siete sempre stati i miei angeli, o stupidamente mi é sempre piaciuto pensarlo. Per te Marco o pianto più e più volte, e anche ora come un rincretinito sentimentale i miei occhi sono lucidi.
Grazie ancora Marco, e chi può dirlo, magari, un giorno, mi concederai un abbraccio e una stretta di mano.
Ti voglio bene. Un bacio.

Nessun commento:

Posta un commento