domenica 16 ottobre 2016

All' Hôtel de Rambouillet...Correre nel vento-racconti di atletica leggera


Titolo: Correre nel Vento
Sottotitolo: Racconti di atletica leggera
Autore: Stefano Frascoli
Formato: e-book
Prezzo: economicissimo, circa €5
Anobii Link


Nonostante abbia avuto la piacevole occasione di scambiare con l'autore qualche parola sui social, voglio essere onesto e diretto: il libro non mi è piaciuto ma lo consiglierei e spiegherò il perché alla fine. Chiaramente, preciso che il giudizio si tratta di una mia opinione, forse suggerita dalla mia incapacità di comprendere alcune parti del testo o di apprezzarne il contenuto e la forma.
Va detto, a onor del vero, che Stefano Frascoli sa scrivere, e questo, devo ammettere, ha mitigato il mio poco amore verso questa raccolta di racconti, perché di racconti, 46 in teoria, si compone il libro; ma lo vedremo.
Insomma, per rendere l'idea, non stento a dubitare che Stefano al liceo prendesse ottimi voti nei temi; ha una scrittura corretta e fluida e da il meglio di sé quando si tratta  di descrivere una ambientazione con brevi e veloci pennellate, perde solo qualche colpo nei dialoghi che risultano talvolta non credibili.
Ad esempio, quale ragazzo, più o meno ventenne, saluta un estraneo dicendogli "Salve, signore "?

Dicevo, 46 racconti, o meglio,  46 sono i sottocapitoli che compongono i 4 capitoli di cui è fatto il libro,in realtà in alcuni di essi vi sono diversi, non so come definirli, epitaffi,  micro-racconti di pochissime righe. Ad esempio nel capitolo "Mad Runner", uno dei più onirici, ve ne sono addirittura 13. Secondo me, questi racconti sono troppi, troppo brevi e finiscono con lo spezzettare eccessivamente la lettura; non si ha nemmeno il tempo di iniziare ad entrare in una storia che si è subito sbattuti fuori e indirizzati verso un'altra. Se si vuole essere brevi si deve tagliare, ma tagliare le descrizioni psicologiche dei personaggi rischia di farne perdere lo spessore, così molti protagonisti risultano delle macchiette senza una loro profondità spirituale e di conseguenza anche il senso del racconto rischia di scivolare nella banalità.
Si tratta, come dicevo, di racconti un po' onirici, surreali e metaforici; il problema è che spesso io queste metafore proprio non le ho colte. E' vero, potrebbe essere un mio limite, però ci ho pensato e ripensato e non l'ho proprio capiti; come quello in cui il corridore, pur avvertito da un misterioso personaggio di  rinunciare a tagliare per primo il  traguardo volante, lo taglia primo e poco dopo viene risucchiato da un demone saltato fuori da un tombino. Perchè? 
Talvolta, ad essere onesti, non mi è piaciuto nemmeno il messaggio che, credo, l'autore volesse trasmettere; l'intero libro mi pare infatti permeato da un pesante giudizio negativo verso l'abbandono dell'atletica, per contro una esaltazione verso chi si alza la mattina alle 5 per farsi una corsa. Io francamente, non la vedo così. Ogni persona dovrebbe fare ciò che, nel limite del rispetto altrui, lo renda felice. Vedo tanti che fanno sport e che sono spesso infelici (vedi il sottoscritto) vedo tanti che pur non facendo un passo di corsa da quando erano bambini paiono le persone più equilibrate e felici di questo mondo.
Propongo un breve stralcio del libro che è evocativo di quanto sopra affermato.

"Dietro ad ogni insuccesso punteranno il dito contro gli altri. Superato un ostacolo, ecco sbucarne fuori uno nuovo. E' un percorso tortuoso fatto di salite continue e si ha un bel da fare a oltrepassarle. Finchè un bel giorno durante il cammino il piede scivolerà e cadranno giù, in fondo a un precipizio che squarcia la terra e che si chiama mollare l'atletica"....e che è, l'Apocalisse?

Sono stato sufficientemente cattivo? Direi forse anche un pizzico ingiusto perché, considerando tutto, va fatto un plauso allo scrittore che è una persona come tutti noi, con un lavoro (che non è lo scrivere libri), con una grande e genuina passione per l'atletica che pratica con risultati che molti invidiano. Ci sono, d'altra parte anche alcuni racconti che mi sono piaciuti davvero quali Ombra di Atleta, Le Monstre sacrè e forse il mio preferito: La Maledizione di Jake Thunder.
Riassumendo.
Mi è piaciuto il libro? No.

Lo consiglieresti? Sì, 
Uno perchè leggere di atletica è di per se stesso bello. 
Secondo, perché c'è il rischio concreto che io di questo libro abbia capito pochino.    
Terzo, forse è banale, o più facilmente stronzo, ma essendo così economico vale sicuramente la spesa.

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