venerdì 2 maggio 2014

Incontri inaspettati

ritrovando un vecchio amico...

Ieri, la bicicletta mi ha aperto gli occhi su un suo strabiliante potere, il potere di fare sentire gli uomini fratelli.
Non condivido appieno la frase "la bicicletta è democratica", no, non credo lo sia sempre; talvolta semmai, la bicicletta rende democratici.
Ieri, ancora in preda al'ultimo infortunio, sono rimontato sulla mia Trek. Gli stimoli alla partenza erano pochi. Ho fatto una grande fatica, ed ancora la sto facendo, ad allontanarmi dall'ambiente del ciclismo, ma ironia della sorte, sono "costretto" ad agire contrariamente alle mie scelte. Ho deciso di correre, ma sono forzato a pedalare.
Tuttavia, sono fortunato, ultimamente pedalo talmente poco, che ogni volta sembro dimenticarmi quanto possa essere bello sentire il fruscio delle ruote sull'asfalto in una mite e soleggiata giornata primaverile. La riscoperta di queste sensazioni è sempre una festa per i sensi.
Dicevo, la bici avvicina le persone, le strappa dal loro contesto sociale ponendole in un ambiente neutrale e pericoloso, la strada, e le unisce con il minimo comune denominatore della fatica. Non importa che tu sia avvocato o operaio, ora stai pedalando come me sotto il sole, e il tuo cuore fatica quanto il mio. Penso che il ciclismo possa richiamare antichi schemi di comportamento, la solidarietà è naturale per una minoranza. Due persone, che non si sono mai viste prima, possono incontrarsi su una striscia di asfalto ed è lì che può nascere la magia. Dico può, perché non è detto che accada, il più delle volte ci si sorpassa con un ciao che ha il retrogusto "dell'arrivederci a mai più".
Ieri, tuttavia, mi è capitato di assistere alla magia. Ero diretto verso Perino, in lontananza vedo un ciclista., uno dolce spuntino per il mio spirito competitivo, lo sorpasso e lui mi si incolla alla ruota. Un po' di compagnia non mi dispiace. Arrivati a Perino mi chiede dove sono diretto e lui dice di voler fare la stessa strada. Un po' di compagnia mi fa proprio piacere. Quelle poche parole di lui e quella manciata di km percorsi assieme sono bastati ad avvicinarci, le difese si sono abbassate. Discorriamo del più e del meno, sport, economia, storia e letteratura, creando una sintonia irreale, e sapete una cosa? C'è in giro ancora gente con qualcosa da dire e qualche idea in testa.  Il signore incontrato si chiama Sverzellati è un bancario ma sopratutto uno scrittore ed un assiduo pedalatore. Una persona umile che, in nemmeno di due ore di pedalata, mi ha regalato tanto. Le sue parole che ancora mi riecheggiano in testa sono: " fin da giovane mi sono posto un obiettivo: addormentarmi alla sera, avendo  imparato almeno una cosa nuova", e "il 99% delle cose che diciamo e facciamo sono semplicemente inutili"
Di fronte a queste affermazioni e ad un mondo fatto di talk show e reality urlanti e di social network starnazzanti, preferisco zittirmi.
Buon fine settimana. 


Pelizza da Volpedo - Il Quarto Stato

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