martedì 15 aprile 2014

Corricchietta alle cime di rapa






Dopo che la grande fatica intellettuale per trovare il titolo mi ha prosciugato ogni energia, il post  potrebbe anche chiudersi qua, tuttavia farò uno sforzo estremo.
Quando iniziai a correre pensai che questo sport potesse rivelarsi un utile strumento per visitare i luoghi in un modo un po' diverso dal solito, un modo alternativo per fare un tour veloce di una cittadina, di un centro storico o di un quartiere. Certo, non si può pretendere una visita approfondita ed accurata, non si è completamente concentrati, si ha comunque il fiato corto, non si riesce a soffermarsi sulle cose, ma si possono comunque vivere emozioni interessanti e belle sensazioni, a maggior ragione se non si ha molto tempo a disposizione.
Non mi capita spesso di uscire dalla mia tana, ma lo scorso fine settimana un impegno mi ha portato a Bari.
In Puglia c'ero già stato, vi avevo corso un paio di volte in bici, ma ero sempre stato in piccoli paesini, era la prima volta che entravo a Bari. Preparando il viaggio, cercando hotel e informazioni varie, la prima cosa che mi aveva colpito era stata la struttura della città.
La città ha due volti, da una parte, su una piccola penisola, si nota distintamente l'antico e primogenito nucleo urbano (Bari Vecchia), fatto di dedali e viuzze; dall'altra le fa da contraltare il quartiere ottocentesco con la sua ordinata pianta a scacchiera, voluto dal quel particolare personaggio che fu Gioacchino Murat.   
Arrivato in albergo verso le tre e mezza di pomeriggio, mi rimaneva meno di mezza giornata per godere della città. Così, dopo aver visto la conclusione della Parigi-Roubaix (prescrizione del medico), mi infilo calzoncini e scarpe e senza troppo indugiare parto tutto azzoppato, ma con l'aria di mare che fa dimenticare tutti i mali. Non guardo l'orologio, dirigo i miei i passi verso il lungomare (per chi viene dalla collina il mare è sempre una novità), poi verso il centro storico, a casaccio, seguo una indicazione e sbuco davanti alla Basilica di S. Nicola, poi entro in un dedalo di vie rese scivolose dalla pioggia appena caduta, mi perdo e mi trovo davanti al castello Svevo, mi riperdo e mi ritrovo.
E' ridicolo esprimere una opinione su una città , dopo averla appena intravista, eppure mi ha affascinato. E' una città del sud, e questo lo si vede ma sopratutto lo si sente, una città tra Europa e Medio Oriente, una città contesa tra longobardi e bizantini, si può dire che fu l'ultimo avamposto europeo del discendente dell' Impero Romano, Bisanzio, e dal suo porto partirono i cavalieri crociati in missione verso la Terra Santa.
 Non è retorica, sono passati mille anni, ma davvero si respira ancora quella stessa aria, o per lo meno a me così è parso.
Basilica di S.Nicola

Di questa città mi rimarrà per sempre impressa questa immagine, io e mio padre che ceniamo in un ristorantino, all'aperto, in una Piazza Mercantile affollata e gioiosa, da parte a noi, separati dal recinto di vetro del locale, due signori anziani giocano a carte, altri quattro ne osservano le mosse, tre ragazzini su un'unica bici passano zigzagando tra la folla fischiando alle ragazze, nell'aria si diffondono i canti della processione della Domenica Delle Palme.

Ecco, per me, Bari è questa, o così mi è parso di averla intravista
Palazzo Mincuzzi


1 commento:

  1. Insomma, sono contento Bari ti sia piaciuto! Peccato non esserci incrociati e magari aver corso qualche passo insieme, tra azzoppati :))

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