Il buon ortodontista svolge con scrupolo il suo lavoro, sembra una persona onesta e pratica.
Mi dice: "guarda Elia, la dentatura a me sembra a posto,
forse questo leggermente, forse l'altro lievemente, ma sarebbero comunque cose
appena appena, quisquilie, piccinerie. Io onestamente non farei, non andrei,
non credo ne varrebbe la pena. Si potrebbe provare questo ma anche in quel caso
non assicurerei. Io non "arei", "erei", "irei".
E poi la luce; arriva questo luminare, collaboratore di una
importante squadra di calcio, una cinquantina d'anni forse più, un tipo sportivo,
capello brizzolato, ben tenuto e meglio vestito.
Mi guarda. Solite domande di rito : "Cos'hai? Cosa fai?
Quanto ne fai?".
Mi scruta la bocca, mi torce il collo a destra e a sinistra.
Poi inizia ad esporre la sua certezza al dentista
: "vedi lui è chiaramente così, e quelli che sono così
hanno le gambe fatte colà e colì".
Poi mi dice :" Lazzaro, alzati e cammina".
"Ti fa male?". Rispondo di sì. "Quando ti fa male?". Dico
che mi fa male quando muovo la gamba cosà e così. "Bene, ricoricati
supino".
Va alla ricerca di un cartoncino me lo infila tra i denti,
mi fa alzare il braccio. Lui spinge verso il basso e io devo opporre
resistenza. Mi torce nuovamente il collo e rivolto agli atri medici presenti:
"vedete, è già più morbido". Mi pare annuiscano...
"Bene" mi fa, "alzati e cammina" (in 2
metri quadrati). "Deglutisci, muovi la gamba cosà e così; "ti fa
male?".
Io ho sempre il cartoncino infilato in bocca. La mia mente
lavora a tutta per trovare un minimo sollievo, per discernere minime
sensazioni; alla fine mi aggrappo ad una impressione di un millesimo di secondo
ed accenno che forse il miglioramento c'è.
Il luminare mi fa ricoricare e ripete l'operazione di prima.
Solo che questa volta non mento più e quando mi alzo di nuovo non c'è alcun
miglioramento. Mi sento anche ridicolo e mi pare di avvertire la diffidenza
degli altri medici.
Riproviamo 3 o 4 volte. Lui fa le sue operazioni, cambia la
posizione del cartoncino, io muovo la gamba così e cosà ma il dolore proprio
non se ne va.
Il luminare si ferma accigliato,pensa e poi..."no, ma
comunque è come ho detto io".
"E' chiaro, lui ha un problema lì e questo comporta uno
squilibrio là che poi fa venire l'infiammazione qua"
Il dentista: "sì, ma in pratica come facciamo?"
Il luminare: "eh, ma basta spostare questo su, quello
giù e così sistemi quello lì e l'altro là"
E il buon ortodontista:
"però bisognerà vedere se c'è spazio per fare questo e per fare
quello"
Il luminare è fermissimo quando afferma "è un nonnulla,
per il vostro studio sono bazzecole"
Io con il mio cartoncino in bocca sprofondo sempre più nella
poltrona. Ho già capito che non uscirò più da questo infortunio.
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