TITOLO: Grandi Speranze
AUTORE: Charles Dickens
CASA EDITRICE: Garzanti Editore s.p.a
EDIZIONE: prima edizione digitale 2013
PREZZO: c.a. € 2,50
(questa versione presenta un finale revisionato. Dickens propose infatti due finali differenti, uno chiamato "finale originale" e poi la sua revisione che ha un po' più il sapore di "e vissero tutti felice e contenti")
Grandi speranze è un romanzo che cade a fagiuolo in questo
periodo della mia vita.
Mesi fa il mio zapping si fermò su una rete che trasmetteva
un film ambientato in epoca vittoriana.
Purtroppo il film era ormai iniziato e così potei farmi una
idea solo approssimativa della trama; tuttavia restai incollato allo schermo
grazie anche alla fascinazione per un personaggio, di cui dirò alla fine.
Nei giorno successivi qualche ricerca mi istruì sul fatto
che la pellicola si intitolava appunto "Grandi Speranze", era un film
del 2012 diretto da Mike Newell ed era la trasposizione dell'omonimo romanzo di
Charles Dickens. Visto l'interesse suscitato decisi di leggere il libro.
L'opera è un romanzo di formazione, ossia vengono raccontate
le vicende di Philip Pirrip, detto Pip, dal 1812 al 1840, ossia dalla sua
fanciullezza fino all'età matura.
Proporre una trama avrebbe poco senso, dato che in rete se
ne trovano numerose e meglio scritte di quanto potrei fare io.
Per contestualizzare posso solo dire che Pip è un orfano
allevato dalla sorella e dal cognato, vive in un rurale paesino del Kent,
vicino alle zone paludose alla foce del Tamigi. Durante l'adolescenza entra in
possesso di una ingente fortuna grazie alla generosità di un anonimo
benefattore. L'avvenimento accende in Pip inaspettate, quanto mai desiderate,
speranze e rappresenta l'occasione per uscire dalla miseria e dall'ignoranza
della provincia. Il protagonista è convinto che l'enigmatico benefattore sia in
realtà Miss Havisham, una nobile che lo aveva preso sotto la sua ala
protettrice. Tuttavia il passato si farà improvvisamente presente e si
paleseranno verità che rimetteranno in discussione la nuova posizione sociale
di Pip, le sue speranze future, i suoi valori e sentimenti.
Non sono un letterato ne ho la cultura necessaria per
esprimere giudizi di qualche valore su un romanzo di tale caratura. Propongo
solo le mie umili impressioni.
Come per altri romanzi ottocenteschi, ho trovato poco
realistiche (sempre che si cercasse il realismo) le trame intricate e la complessità di
relazioni che si vengono a creare tra i personaggi. Ci sono un sacco di
coincidenze artificiose che francamente non apprezzo molto. Propongo uno stupido schemino che da l'idea del groviglio.
Detto ciò, le fotografie che la lettura della pagine sa
trasferire alla mente è incredibile. Vividi fotogrammi della Londra ottocentesca e Vittoriana. Il tema "grandi speranze" è un
tema potente, chissà quanti hanno nutrito grandi speranze e sono poi stati
costretti a ridimensionarle o addirittura a metterne in discussione
l'importanza. Per alcuni aspetti, il libro sembrerebbe ammonirci a non riporre
nel futuro grandi speranze; in realtà credo che si voglia trasmettere il
messaggio per cui le aspirazioni "sane" (come quelle di Herbert) e
l'ambizione sono sacrosante, ma non devono rischiare di cancellare i veri
valori. Insomma, banalmente, gli affetti veri e sinceri valgono più di
qualsiasi ricchezza.
Il mio personaggio preferito, quello nel quale più mi sono
rispecchiato ed il motivo che mi ha
portato a leggere questo romanzo è Miss Havisham. Questa nobildonna pare sia
ispirata ad un reale personaggio storico, tale "Eliza Emily Donnithorne (1827-1886) di Camperdown, Sydney, Australia, venne abbandonata dal fidanzato ilgiorno delle nozze nel 1846 e passò il resto della vita in una casa oscuratadalle tenebre, lasciando a marcire la torta nuziale sul tavolo, e con la portadi casa sempre aperta nel caso il fidanzato fosse mai tornato".
Ora, non mi si fraintenda, in confronto a Miss Havisham sono
un dilettante, ma diciamo che certe logiche nell'elaborazione del dolore mi
sono affini. Il voler mantenere la vita congelata al momento, all'attimo di
secondo anteriore allo scoppio del dolore credo sia una immagine molto
struggente.
Chiudo con alcune citazioni di questo libro, partendo
proprio da una riferita a Miss. Havisham dalla quale traspare un preciso ritratto del personaggio.
"Ma sapevo altrettanto bene che, chiudendo fuori la
luce del giorno, aveva chiuso fuori infinitamente di più; che nel suo
isolamento, si era isolata da mille influssi naturali e salutari; che la sua
mente, rimuginando in solitudine, si era ammalata, come accade e deve accadere
e accadrà, a tutte le menti che invertono l'ordine designato dal loro Creatore.
E come potevo fare a meno di averne pena, vedendone la punizione nella rovina
che era, nella profonda inadeguatezza a vivere nel mondo che le era toccato,
nella vanità del dolore che si era fatta mania dominante, come la vanità della
penitenza, lavanità del rimorso, la vanità del demerito e altre mostruose
vanità che sono le sciagure che affliggono il mondo?"
"fu portata qui (la torta). Ci siamo consumate insieme.
Quella l'anno rosicchiata i topi, e denti più aguzzi di quelli dei topi hanno
roso me"
"E non c'era obiezione o errore, perchè Pip così voleva
il tuo cuore"
"Furia che viene, furia che va, Pip - così è la
vita!"
"E allora cerca di capire una volta per tutte che io
non starò mai bene, non potrò mai stare bene, potrò solo star male - adesso lo
sai! - a meno che non riesca a vivere una vita molto diversa da quella di
adesso"
"Ma una mente sconquassata ha bisogno di molto tempo
per rimettersi insieme; e spesso, prima di aver risistemato tutti i pezzi, un
pensiero vagante li disperdeva in ogni direzione"
"Sa Dio che non dovremmo mai vergognarci delle nostre
lacrime, poichè sono pioggia sull'accecante polvere della terra che ci ricopre
il cuore indurito".
"Ti dirò, disse,...cos'è il vero amore. E' devozione
cieca, silenziosa umiliazione, sottomissione totale, fede assoluta contro se
stessi e il mondo intero, abbandono del proprio cuore e della propria anima
all'aguzzino"
"Avvilito e inquieto, a lungo fiducioso che l'indomani
o la settimana successiva chiarissero la mia condizione, e a lungo deluso"
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