Narciso, il mondo in uno specchio.
Mirandoti ho visto i riverberi del mondo,
lì ho rubato l'amore dal bacio di due innamorati,
qui la mia immagine è stata attraversata dalla gioiosa corsa
di una bambina dietro al suo nord
Vicino a quell'ansa ho associato il chiasso festante ad una
brigata di giovani pescatori.
Durante le lucenti notti ho immerso le mie mani nel sublime
e mi sono dissetato dell'etereo chiarore delle stelle.
Ho sofferto nelle buie giornate d'inverno;
quando gli scherzi della luce o il bagno di un passerotto
dispettoso mi strappavano da te,
il cuore si sfibrava e i miei occhi correvano disperati sul
pelo dell'acqua.
Ma mentre i riflessi del mondo venivano e sempre se ne
andavano,
tu, la mia immagine, sei sempre ritornata.
Ed ora, che ho compreso che l'immateriale di cui mi nutrivo
era solo l'inconsistente,
vorrei andarmene,
ma pesanti sono le gambe ed in bocca il sapore del
tradimento e della rinuncia.
Allora rimango,
chiudo gli occhi e creo nuove immagini,
riflessi di riverberi nella mia mente.
(E.R.)
Metamorfosi di Narciso, Salvador Dalì, 1937, 50,8x78,3cm, Tate Gallery, Londra |
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